mercoledì 15 aprile 2015

Aula I, Facoltà di Lettere e Filosofia.

Sono due mesi ormai che torno in quell'aula due volte a settimana, e non c'è un giorno in cui l'occhio non mi cada su quelle scale che hanno spostato accanto alla cattedra e mi si stampi automaticamente un sorriso enorme sul viso.

Sono convinta che quelle scale non significhino nulla per nessuno degli studenti che ogni giorno ci si siede davanti e magari la fissa con lo sguardo assente, mentre per me vuol dire così tanto.
A ripensarci mi sembra davvero impossibile che tutto quello che sto vivendo in questi mesi stia capitando proprio a me. Ogni mattina appena mi alzo devo convincermi del fatto che è tutto vero, che non sto sognando, che sono sveglia sul serio.

Quelle scalette sono una banalissima struttura in legno, almeno in apparenza. Eppure ormai non riesco a vederle soltanto in quel modo. Per me sono molto di più.
Perché su quelle scale, quel 28 gennaio, ti ci sei seduto tu e alzando gli occhi hai incontrato il mio sguardo e hai sorriso. Hai sorriso a me. Soltanto a me. Ma nonostante tutto, data la mia insicurezza, durante il resto della giornata ho voluto credere che quel sorriso fosse stato casuale, che probabilmente avevi sorriso perché mi avevi vista arrivare in ritardo, che magari durante quell'ora di discorso che mi ero persa avevi sorriso un po' a tutti gli studenti che erano venuti lì per te.
Quando poi sono dovuta andare via di corsa e non ho fatto in tempo a salutarti neanche da lontano, mi sono convinta che non avresti notato la mia assenza, perché c'era tantissima gente che si era avvicinata per salutarti. Quando poi mi è venuta voglia di tornare indietro per vedere se riuscivo a trovarti ancora lì, mi sono detta che era stupido rifare tutta la strada verso l'università, che avrei perso tempo inutilmente, che ormai eri andato via e io avevo perso l'occasione di parlarti una seconda volta.

Durante tutto il tragitto verso casa non ho fatto altro che pensare a quel sorriso. Un semplice sorriso, che per me però è stato tutto. Mi sono aggrappata a quel sorriso come fosse l'unica cosa in grado di salvarmi. In quel momento avevo bisogno soltanto di quello, del tuo sorriso, per non sprofondare. Ero venuta a vederti proprio per lo stesso motivo, perché dopo aver passato quasi un'ora a piangere sul pavimento della mia stanza avevo capito che dovevo uscire di casa, che non potevo restare ad autocommiserarmi e piangermi addosso inutilmente. Quel sorriso, quindi, mi ha ridato tutta la forza di cui avevo bisogno.

Nessuno può capire come mi sono sentita quando, rientrando a casa, ho trovato un tuo messaggio sul telefono. Per un attimo si è fermato tutto intorno a me, nel vero senso della parola. Ho sentito come il mio cuore si fermava e poi riprendeva a battere in un modo assordante, sempre più velocemente.
Mi avevi sorriso, sì, ma ora mi avevi addirittura scritto. Avevi notato la mia assenza, una cosa che non mi sarei mai aspettata. Sapere che invece oltre ad aver notato il fatto che fossi andata via, ti ricordavi di me, e non perché ci eravamo visti due giorni prima, ma perché avevi notato me tra tutte le persone che incontri e che ti contattano...
Non ho mai smesso di sentirmi felice (come non lo ero mai stata durante tutta la mia vita), da quel giorno.

Per questo la scaletta è così importante. Per questo ogni volta che entro nell'aula non riesco a trattenere un sorriso. Per questo invece di seguire la lezione ultimamente devo sempre prendere un foglio e scrivere tutto quello che mi viene in mente pensando a te, a quel sorriso.
Spesso questo ricordo è l'unico che riesce a tranquillizzarmi quando mi faccio prendere dall'insicurezza e dalla paura che il tuo interesse sia tutto frutto della mia immaginazione, o che possa sparire da un momento all'altro, perché alla fine io non merito qualcosa di così bello.

Da una parte vorrei che tutto questo restasse un segreto, un qualcosa che ci unisce senza che nessun'altro lo sappia, ma allo stesso tempo vorrei che tutti sapessero che proprio in quell'aula si è avverato uno dei miei sogni più grandi, che ha dato inizio a una serie di desideri che si sono avverati.

Non so cosa succederà, non so se le cose che abbiamo condiviso finora - non molte, lo so - significhino così tanto anche per te. So soltanto che mi porterò questo ricordo per sempre nel cuore. Che un sorriso non mi aveva mai resa così felice prima d'ora, e che sono ancora più felice perché è stato il tuo.

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